Bollettini del Club
![]() Vinicio Coppola
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Anno Rotariano 2012-2013 |
![]() Pietro Schino
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#1 Lug-Ago 2012
Più attenzione ai giovani: sono essi il futuro del Rotary
E’ il mese delle nuove generazioni settembre, un mese che dà la possibilità di concentrare tutta la nostra attenzione su iniziative e programmi a favore dei giovani per farne i rotariani di domani. Certo, ad una strategia del genere occorre una buona dose di coraggio, il coraggio di cambiare, altrimenti non può far leva sulle nuove generazioni perché il nostro sodalizio possa crescere e prosperare nel XXI secolo.
E per cambiare – ad onor del vero – non c’è bisogno di fare rivoluzioni né tantomeno di intraprendere battaglie donchisciottesche.
I mulini a vento lasciamoli lì dove stanno. E cerchiamo invece di incidere quanto più possibile nella nostra società per far sì che i soci si distinguano, non per il distintivo che portano all’occhiello sul risvolto della giacca, ma per l’incisività con cui si opera nel nostro territorio.
In altri termini, il Rotary avrà un futuro se non vivrà chiuso nella sua monade; se sapremo adeguarci al bioritmo del mondo, se sapremo cambiare migliorando e se saremo in grado di prendere visione dei bisogni dell’umanità e di adoperarci per risolverli, dando naturalmente precedenza a talune priorità.
Giovani e donne sono stati i due punti di forza per dare maggiore slancio e vigore al nostro sodalizio. D’altronde, lo stesso Paul Harris sosteneva che il Rotary è evoluzione e, se necessario, rivoluzione. Viviamo in una società in continuo fermento, e spesso percorsa da crisi ricorrenti che talvolta cercano
perfino di ribaltare consolidati valori. Pertanto, dobbiamo tutti impegnarci, dal primo all’ultimo socio, per cambiare in meglio l’intera comunità, non solo quella in cui viviamo.
E’ un patrimonio irrinunciabile, quello dei giovani, verso il quale dovremmo assumere posizioni di maggiore disponibilità; un patrimonio che sarà necessario far lievitare grazie anche alla nostra costante dedizione, e sviluppare con profitto attraverso una ricerca adeguata, una cooptazione mirata, una formazione diretta a far conoscere l’essenzialità dei principi rotariani.
Un programma utopico? Nient’affatto. Ma sarà possibile solo se guarderemo con crescente attenzione ai giovani. Sono essi il nostro futuro e non possiamo disconoscere che gran parte del loro disinteresse e della loro abulìa è colpa di noi adulti, troppo presi dalla nostra professione, dagli affanni della carriera.
Occorre catturare il loro interesse, dare linfa alle loro attese con esempi, valori e testimonianze. Il loro disagio – riconosciamolo – è anche figlio dei nostri
tempi: basti pensare che la durata della generazione si è notevolmente accorciata: dai 25 anni di una volta si è passati ad un arco temporale più ristretto che non va oltre il lustro.
Sembra incredibile, ma è così. Oggi a differenziare una generazione dall’altra è soltanto il divenire della tecnologia. Se poi si considera che nel Sessantotto c’è stata la radicale rimozione della Storia, una specie di taglio del cordone ombelicale, si capisce benissimo l’attuale disagio giovanile, conseguente alla ricusazione del passato e dei suoi valori.
E allora? Tocca a noi adulti – e in particolare a noi rotariani – scendere in campo per aiutarli a recuperare, con i valori del passato, anche la fiducia in progetti a lungo termine. Soltanto così i giovani – ossia i nostri figli – potranno guardarci
con rispetto e vedere in noi la fiaccola delle loro speranze.